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Riforma

e altre religioni

Cristiani evangelici

 

I cristiani evangelici sono movimenti nati in Europa dalla Riforma protestante nel XVI secolo: rappresentano un movimento di ritorno alla Bibbia e di purificazione della fede. Essi condividono i fondamenti della fede cristiana con il cattolicesimo romano e con gli ortodossi: con loro hanno in comune le confessioni di fede dei concili ecumenici dei primi secoli della Chiesa. Nel corso della storia la cristianità si è divisa più volte e in più modi. Non va dimenticato che secondo l’Evangelo vi sono divisioni necessarie (Lc 12,51; 2Cor 6,14-19) per esigenze di un’unità più autentica, anche se doloroso riflesso di un’infedeltà. Malgrado ciò, ogni chiesa protestante si comprende come espressione dell’unica Chiesa di Gesù Cristo. La partecipazione al movimento ecumenico è un cammino di fede verso la meta della piena comunione, per imparare ad accogliersi gli uni gli altri come Cristo ci ha accolti (Rm 15,7).

Le denominazioni all’interno del mondo evangelico (o protestante) sono diverse e si riferiscono alla differente origine storica, teologica e organizzativa di ogni chiesa evangelica. I cristiani evangelici hanno costituito nel 1967 la FCEI - Federazione delle chiese evangeliche in Italia che riunisce quasi tutte le denominazioni del protestantesimo storico italiano e alcune chiese dell’area pentecostale-carismatica: circa 65.000 persone pari al 20% dell’intera popolazione evangelica italiana.

Sono membri della FCEI: la Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI), la Chiesa evangelica valdese – Unione delle chiese valdesi e metodiste, l'Esercito della Salvezza, l’Unione delle chiese cristiane evangeliche battiste (UCEBI), la Comunione di chiese libere (di tipo battista), la Chiesa apostolica italiana (con sede a Prato), la Comunità cristiana "Fiumi di Vita" di Napoli (che si ispira al movimento pentecostale), la Comunità evangelica di confessione elvetica di Trieste, la St. Andrew's Church of Scotland di Roma, la Chiesa presbiteriana di lingua inglese. La XIII Assemblea nel 2003 ha accolto come membro aderente l'Associazione comunità cristiane con sede a Rho (Milano). La XIV Assemblea nel 2006 ha accolto come osservatori l’Unione italiana delle chiese cristiane avventiste del settimo giorno (UICCA) e la Federazione delle chiese pentecostali (FCP).

 

Fondamenti della fede

Accomunati dall’amore per la Bibbia e dalla ricerca di una testimonianza fedele e credibile, i cristiani evangelici mantengono la convinzione che esista un’unica mediazione tra Dio e ciascun essere umano: Gesù Cristo. Nella Chiesa – come nella vita sociale - non vi è altra autorità e tutti i credenti condividono fraternità e servizio (“sacerdozio universale”), pari dignità e responsabilità (“democrazia”).

I protestanti hanno diverse confessioni di fede e individuano l’unico fondamento in tre punti: la Scrittura, Cristo e la Grazia di Dio, che si accoglie attraverso la fede.

Secondo il messaggio evangelico espresso dalla Riforma protestante (“solo per grazia, solo per fede, solo Cristo”) i cristiani evangelici confessano che unicamente per la sua Grazia – cioè del tutto gratuitamente e per il suo amore misericordioso – Dio ci perdona, ci accoglie come figli e ci salva in Cristo. Le buone opere sono l’espressione della nostra gioiosa riconoscenza: siamo “giustificati” (resi giusti) per fede, come dice l’apostolo Paolo.


Cenni storici

Il movimento valdese, detto dei “Poveri di Lione” in Francia e dei “Poveri lombardi” in Italia, si diffuse nel XII sec. raccogliendo consensi un po’ ovunque. Valdo o Valdesio era un mercante di Lione che al termine di una profonda crisi spirituale decide di vivere l’esperienza degli apostoli di Gesù, vende i suoi beni e si consacra alla predicazione evangelica.

 
Protestanti ed ecumenismo

 

Per i protestanti, la Chiesa è figlia della Parola di Dio, unico suo fondamento, e si edifica a partire da una mirabile “diversità di doni” (1Cor 12,4) dello Spirito, tutti al servizio della Chiesa che ha come unico capo Cristo. Ciò non consente la pretesa di esaurire o definire il significato letterale del testo biblico e permette di schierarsi contro ogni fondamentalismo: siamo cioè sempre invitati a leggere con sguardo nuovo questo libro antico. Questo ha conseguenze sul modo di concepire l'unità nella pluralità, all'interno del cristianesimo e del protestantesimo.

Le Chiese battiste, metodiste e valdesi hanno a suo tempo salutato con gioia la nascita del Movimento ecumenico, hanno partecipato sin dall’inizio alla creazione del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) nel 1948 e sono membri - a livello internazionale - dell’Alleanza riformata mondiale.


Ecumenismo e dialogo interconfessionale

Il nuovo clima di dialogo ecumenico viene accolto positivamente nel 1962 dal Sinodo della Chiesa valdese che al contempo ribadisce il principio della fedeltà alla Parola di Dio. Con il Concilio Vaticano II si apre nella Chiesa cattolica la strada dell’ecumenismo, con momenti di fraternità e di collaborazione con altre confessioni, in vista di una testimonianza comune, nonostante le divergenze non ancora superate. Nel 1982 in un documento sinodale la Chiesa valdese rileva che “cattolicesimo e protestantesimo, pur richiamandosi allo stesso Signore, sono due modi diversi di intendere e vivere il cristianesimo” e nel 1998 viene approvato un documento sull’ecumenismo e il dialogo interreligioso che ripropone le ragioni di fede che suscitano e orientano l’impegno in questo campo. Nel paragrafo 6 si legge: "è nello scambio dei doni e delle esperienze, ma anche degli interrogativi critici e delle ammonizioni fraterne, che si vive e si cresce ecumenicamente e si costruisce, con pazienza e perseveranza, la piena comunione ecumenica". Oggi si assiste, sul fronte cattolico, a un certo disinvestimento di energie dal dialogo ecumenico che per i protestanti rimane momento irrinunciabile dell’essere discepoli di Gesù, come sottolineato nel documento sul confronto ecumenico dell’Assemblea-Sinodo del 2007.

L'esperienza ecumenica di questi anni - soprattutto dopo le Assemblee ecumeniche di Basilea (1989), Graz (1997), e Sibiu (2007), e dopo la firma della Charta œcumenica (2001) – ha permesso di esprimere momenti alti di dialogo e di reciproca conoscenza, anche a Milano. Si ricorda la sezione milanese del Segretariato Attività Ecumeniche (SAE), con membri laici cattolici, evangelici, ortodossi e l'Osservatorio Interconfessionale Milanese (OIM) confluito nel 1998 nel Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano (CCCM) che oggi coinvolge 19 chiese cristiane di tradizione orientale e occidentale. È una realtà dinamica, a cui possono aggiungersi altre chiese.


Attività interdenominazionali per le relazioni ecumeniche

All’interno del protestantesimo, la comunione tra le Chiese evangeliche milanesi si è rafforzata ulteriormente nel corso degli anni attraverso numerose attività interdenominazionali. Il rapporto tra le Chiese battiste, metodiste e valdesi è stretto: esse si incontrano una volta all’anno nell’assemblea del Centro culturale protestante e in una riunione annuale dei consigli di chiesa. Inoltre, in ogni concistoro/consiglio di chiesa siede un membro con voce consultiva rispettivamente delle Chiese battiste, metodista e valdese. Dal 1983 è attivo il Comitato Interdenominazionale Evangelico per le Relazioni Ecumeniche (CIERE) soprattutto per le relazioni con la Chiesa cattolica.

Protestanti e dialogo interreligioso

 

Il dialogo interreligioso per i protestanti è soprattutto ascolto dell'altro e poi luogo di scambio e di dialogo reciproco per entrare in una relazione profonda, in cui – volendo e in piena libertà - vi sono diversi modi e occasioni di testimoniare il Cristo, senza fare proselitismo.

Sul fronte del dialogo interreligioso, le Chiese evangeliche di Milano partecipano al Forum delle religioni che riunisce cristiani, ebrei, islamici, buddisti, induisti, ecc. Gli obiettivi sono molteplici e riguardano la mutua accoglienza e conoscenza reciproca ma anche la promozione della cultura del dialogo, della solidarietà e della pace in rapporto alla società civile, agli enti locali e alle istituzioni e la tutela della libertà di religione e di fede con l'impegno a schierarsi contro ogni forma di discriminazione religiosa.


I rapporti con l’ebraismo

I rapporti tra le Chiese evangeliche e l’ebraismo – nella specifica situazione italiana segnata dalle storie parallele di due minoranze religiose – sono all’insegna di sensibilità prossime, episodi di dialogo, solidarietà e impegno comune in favore della libertà religiosa. In generale, la riflessione sulla Shoah ha avviato un processo di denuncia e di superamento del pregiudizio antiebraico nella teologia, nella predicazione, nella catechesi e nella prassi delle chiese cristiane e ha portato a riscoprire il legame profondo tra ebraismo e cristianesimo, favorendo il dialogo, la preghiera solidale (pregando gli uni per gli altri) e il confronto fraterno.

A Milano, sul fronte culturale, gli evangelici mantengono vivo da tempo il dialogo con la comunità ebraica attraverso le attività del Centro culturale protestante che negli anni ’80 ha promosso i primi studi biblici ebraico-cristiani in città e attraverso la Libreria Claudiana. Da alcuni anni, aderiscono assieme alle altre Chiese cristiane (CCCM) al XVII gennaio, giornata che la CEI ha dedicato ai rapporti con l’ebraismo.

Nel 2003 le Chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi, vari movimenti ed associazioni, la Libreria Claudiana e la Comunità cristiana di base hanno promosso un appello per il pluralismo religioso nell'informazione cui hanno aderito teologi, personalità della cultura e dell’informazione, insegnanti, studenti, cittadini.


Il rapporto con le altre religioni

Gli evangelici milanesi si interrogano sul dialogo interreligioso con l’Islam, con cui vi è un rapporto particolare per via della comune ascendenza abramitica e della fede in un unico Dio, ma anche alla luce di una consapevolezza di conflittualità che andrebbero rivisitate in un contesto di riconciliazione. E si interrogano anche sul rapporto con le altre religioni, sul piano delle “fedi viventi” che si ascoltano e si incontrano.

Nel 2007, in occasione del XVII febbraio (festa che ricorda la concessione dei diritti civili a valdesi ed ebrei, nel 1848), gli evangelici milanesi in collaborazione con il Centro culturale protestante,  hanno organizzato una tavola rotonda nella Chiesa valdese di via Sforza sulla libertà di coscienza e di religione, cui hanno partecipato esponenti di diverse confessioni religiose, atei e agnostici. Nonostante fatiche e battute d’arresto, gli evangelici milanesi promuovono il dialogo interculturale ed interreligioso nello spirito di un rinnovato impegno per un nuovo patto di convivenza democratica, in senso laico e pluralista.

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